A canestro in ogni modo e da ogni angolo e assist disegnati in pertugi che altri non vedrebbero neppure col binocolo. Questo è Mauro Stella: più volte migliore in campo, acclamato dal pubblico, rendimento, naturalmente, “stellare”. «Vivo una delle mie più belle stagioni – racconta il playmaker di Mesagne – nonostante sia il mio primo anno in questa divisione. Ho il rimpianto della partenza a rilento, poi abbiamo trovato la giusta quadratura con un rendimento all’altezza delle previsioni». Che dovrà essere confermato anche col Manfredonia, nella semifinale playoff: «Rispettiamo tutti ma conosciamo le nostre potenzialità. E vi dirò di più: io credo che la nostra squadra abbia ancora margini di miglioramento, dobbiamo pensare di poter migliorare ogni giorno di più». Anche perché gli spareggi promozione nascondono insidie e le avversarie saranno sempre più forti, “ma togliamoci dalla testa le previsioni sui playoff nazionali – aggiunge Stella – prima dobbiamo conquistarceli sul campo passando dalla fase regionale. E non importa neppure chi incontreremo, siamo noi gli artefici del nostro destino”.
Una lunga carriera in Serie B, poi il passo… avanti: «Scalando una categoria a ritroso – sostiene il classe ‘84 – è fisiologico pensare inconsciamente di compiere un passo indietro. E invece tutt’altro: a Nardò c’è un’organizzazione che in altre piazze, anche di B1, è utopia. Dal momento in cui mettiamo piede nel “Pala Pasca” e in ogni aspetto, la società è sempre presente. E ogni componente ha il suo ruolo che esercita con scrupolo. Per questo non ho dubbi: Nardò merita un palcoscenico diverso dalla Serie C. E anche un tensostatico diverso perché, diciamocelo chiaramente, il nostro non è all’altezza del blasone del club e del caloroso seguito dei nostri sostenitori». Stella ci tiene a rimarcare il concetto: «Non è per ruffianeria o altro, lo dico perché lo penso: l’“Andrea Pasca” ha tutte le carte in regola per ambire quantomeno alla B2». “Quantomeno”.
Il futuro è ancora tutto da scrivere, anche quello personale. I chilometri che dividono Corato (dove vive assieme alla compagna) da Nardò iniziano a farsi sentire: «Quando mi legai al granata – ricorda Stella – scelsi di firmare un contratto annuale per due motivi. Il primo è perché ritengo che un atleta debba guadagnarsi sul campo la riconferma, il secondo è perché pensavo: e se non dovessi trovarmi bene? Ecco, mi sono completamente ricreduto su quest’ultimo aspetto. Sono ultracontento della mia scelta di venire a Nardò e la rifarei altre cento volte. Fosse per me firmerei il prolungamento a vita ma ci sono fattori extrasportivi, logistici più che altro, che richiedono riflessioni ponderate. E comunque questo è un aspetto sul quale al momento non voglio focalizzarmi: il futuro è il futuro, ma adesso tocca a noi – conclude Stella – scrivere il presente che tutti sogniamo». Traduzione: conquistare la Serie B.
Scritto da:
Lorenzo Falangone
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