Serviva fare un ulteriore passo in avanti, ma il Toro stasera ne ha fatti due indietro. Una squadra irriconoscibile si è consegnata alla Elachem Vigevano già al primo quarto, senza riuscire poi a cambiare le carte sul tavolo di un match che bisognava interpretare e giocare in modo molto diverso. Alla HDL Nardò Basket non è riuscito nulla, se non far apparire quella avversaria una compagine fenomenale. Che dà una lezione ai granata nella materia "approccio ideale a uno scontro diretto" e forse in tante altre.   

Il quintetto è quello che ha iniziato domenica scorsa: Nikolic, Woodson, Mouaha, Stewart jr. e Iannuzzi. I primi possessi sono da dimenticare, ma nessuno immagina che saranno così anche tutti gli altri. I ragazzi di Dalmonte rimangono virtualmente negli spogliatoi e i gialloblu addentano con voracità un pezzo della partita. Difesa e ritmo altissimo per i padroni di casa, che sorprendono clamorosamente un Toro spaesato e inerme. A metà frazione Vigevano è già +10, i canestri di Mouaha e Stewart jr. sembrano mettere in partita Nardò, ma Mack taglia come il burro la difesa avversaria. Dalmonte rivoluziona il quintetto, entrano Zugno, Donadio e Thioune, poco dopo anche Ebeling, ma cambia poco. Anzi, Elachem va addirittura a +14. Una rimessa letteralmente regalata ai gialloblu sull'ultimo possesso fotografa perfettamente l'orribile esibizione di HDL. Si chiude 30-15, sembra una questione già chiusa. 

Vigevano ovviamente è in fiducia, muove meravigliosamente il pallone e limita i già lentissimi giochi offensivi dei granata. Quasi tutti i tentativi degli ospiti dal perimetro falliscono tristemente (1/10 sin qui, saranno 3/22 alla fine), l'ex Peroni sembra un extraterrestre, Oduro domina nel pitturato su un fronte e sull'altro. Un inatteso break di 6 punti riporta il Toro a -10, ma la reazione che servirebbe è tutta qui. HDL non trova il lucchetto per i cecchini dall'arco di Elachem, che ha già mandato a segno i 10 che hanno calpestato il parquet. Mack ha un problema muscolare e chiede il cambio. Il bilancio di metà gara è 44-30. Più che quindici minuti di riposo, servirebbe una seduta spiritica.

Chi si aspetta una rivoluzione nel match, è un inguaribile ottimista e resta presto deluso. Il gap arriva sino a 19 punti, per i ducali è tutto troppo facile. Il loro giro palla veloce libera sempre un uomo indisturbato da ogni centimetro dell'arco. Come se non bastasse, anche Stefanini si iscrive alla lista dei mattatori di giornata. Nessuno si accorge che Vigevano gioca ora senza un americano (Mack non rientrerà più), il Toro scompare dalla partita (-26). Woodson infila sulla sirena la bomba che corregge il passivo all'ultima pausa (72-49).

Si farebbe volentieri a meno dell'ultimo quarto, se si potesse. Invece serve ad allungare l'agonia. Nardò fa pochissimo per salvare la faccia, visto che il destino del match è scritto da tempo. Il parziale dell'ultima frazione (12-19) è favorito solo dal fatto che fisiologicamente la squadra di Lorenzo Pansa sceglie di tirare il fiato. Il conto definitivo di questa tragedia è 84-68.  

Una disfatta. Sconfitta brutta, prestazione inaccettabile. Dalla Lombardia torna a casa un Toro piccolo piccolo, svuotato e incapace di trovare soluzioni, di reagire. Dopo l'illusoria vittoria con Livorno, sono tornati i difetti delle prime tre giornate e forse anche qualcuno in più. C'è da riflettere. E soprattutto da cambiare in fretta.         

Crediti: Laura Marmonti

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